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Stai sfogliando il n.93 Marzo / Aprile 2019
Taccuino |
Data di pubblicazione: Mercoledì, 13 Febbraio 2019
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“Mettiamoci in viaggio”
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“Mettiamoci in viaggio”
Ricordo sommariamente il testo di una canzone che andava in voga qualche anno fa: “La musica è finita, gli spettatori se ne vanno, si spengono le luci e la musica tace…”. Potrebbe sembrare la fine di una qualsiasi manifestazione importante che vede coinvolte tante persone, tanti spettatori! Non è così per l’ultimo Congresso celebrato dal MCL, dove tutto ha portato ad un incontro serio fra oltre 700 “spettatori” che hanno ascoltato, condiviso e approvato la relazione del Presidente uscente del Movimento. Tralascio volutamente la parte della rappresentanza che ha partecipato ai lavori con grande rispetto e attenzione; parlo della presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano e del presidente del Parlamento europeo, del Sottosegretario al lavoro e di altri rappresentanti delle diverse forze politiche. Una attenzione la richiamo sulla presenza istituzionale della Conferenza Episcopale Italiana con la relazione del Presidente della Commissione episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace, S.E. Mons. Filippo Santoro. Tutto ha ruotato attorno ai lavori che con serietà i delegati hanno portato avanti; ne è prova il numero elevato di interventi e anche di coloro che, per motivi di tempo, hanno dovuto rinunciare. I lavori hanno trovato “l’esca di dibattito” dalla relazione del Presidente. Il tema - le riflessioni sul lavoro, i giovani, l’Europa - ha coinvolto specialmente coloro che si sono assunti il compito di “spegnere le luci” al termine dei lavori, per riaccenderle nelle proprie realtà, dove deve iniziare un prezioso lavoro di mediazione, di stimolo, in qualche verso di rivisitazione e di rinascita. E’ iniziato così il lavoro progettuale importante che deve essere coinvolgente e di grande respiro, di testimonianza e di servizio. Lasciatemi passare ancora una volta l’immagine di Emmaus: “Mettiamoci in viaggio”, andiamo verso la Gerusalemme della nostra quotidianità, ma non dimentichiamoci di metterci il grembiule, perché dal Congresso ci siamo appropriati dell’impegno di servire, anche se chiamati e coinvolti nel lavoro istituzionale del Movimento.
Il Direttore |
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