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Stai sfogliando il n.91 Settembre / Novembre
Il PPE rimette al centro l’umanesimo cristiano |
Data di pubblicazione: Martedì, 13 Novembre 2018
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Il Congresso del PPE ha riconfermato il ruolo dell’UE per la pace
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C’è stata una grande ventata di aria nuova al Congresso del PPE a Helsinki: insieme a Manfred Weber - eletto dai delegati per concorrere all’incarico di Presidente della Commissione Europea -, bavarese di 46 anni, molti nuovi giovani dirigenti si sono presentati e sono pronti per la guida di una nuova stagione che, in tutta Europa, riproporrà al suo centro i valori del patrimonio dell’umanesimo cristiano. Sebastian Kurz, Pablo Casado, Stubb, Plenkovic ed Anne Kramp Karrembauer sono solo alcuni dei nuovi leader che, dal governo o dall’opposizione, guidano il PPE per quella che forse è la sfida più grande dalla storia dell’elezione a suffragio universale del Parlamento Europeo. Questa volta, infatti, l’impegno più aspro sarà quello contro i sovranisti e populisti che cercano di riportare indietro l’orologio della storia. A Helsinki, dopo molti congressi PPE, quest’anno si è tornati a parlare - con grande chiarezza - di scelte democristiane ed i valori della nostra antropologia sono stati richiamati più volte durante il dibattito, che si è caratterizzato proprio nel cercare di calibrare il cambiamento dell’Europa di domani con politiche ancor più marcate verso la promozione dell’economia sociale di mercato. Il domani dell’Europa deve essere un momento che non dimentica le radici del nostro sviluppo, ma che si trasforma in politiche capaci di nuove pratiche virtuose e vicine alla gente: la coesione sociale, il dialogo sociale e la lotta alla povertà sono cuore e centro di linee politiche che si distinguono da quelle più conservatrici e che potranno riformare l’Europa nel segno di una continuità che si richiama ai Padri Fondatori, ma che si proietta nel domani anche attraverso nuove prospettive di allargamento ai Balcani Occidentali ed alla Georgia -. Antonio Tajani ha saputo rischiarare la platea. Sui valori della dignità della persona umana in ogni luogo - dal Venezuela al Pakistan, dall’Africa al mondo islamico - ed il PPE, nel rispondere con una ovazione (la seconda è stata riservata ad Angela Merkel!) ha confermato, anche nelle mozioni approvate, il valore della democrazia per poter affrontare al meglio la sfida della migrazione, della pace e dello sviluppo. Un’Europa sicura, non solo nello slogan ma sicura nel rafforzare lo stato di diritto ed i valori fondamentali dell’Unione. Al Congresso Tajani ha rappresentato un’Italia che sa assumersi delle responsabilità importanti sebbene, nel complesso, pochi erano i rappresentanti dei partiti politici italiani. Per questo l’invito rivolto dal PPE al Presidente MCL Carlo Costalli per partecipare dimostra un’attenzione forte e costante del Partito anche verso movimenti di ispirazione cristiana impegnati nella società civile a rafforzare il dialogo sociale. Dopo il trattato di Amsterdam e dopo il Pilastro dei diritti sociali la lotta contro l’esclusione e per un lavoro degno è sempre più centrale nelle politiche del PPE. La responsabilità dei cittadini europei, ed in particolare anche degli italiani, nell’andare verso le elezioni di maggio, pertanto non è solo legata agli oltre 60 anni di pace - non scontati e spesso dimenticati! - ma deve essere armonizzata e condivisa per assolvere ai nostri obblighi umanitari e rinforzata per fare della nuova prospettiva europea il centro di una sostenibilità migliore. Il Congresso ha riconfermato il ruolo di un’UE fondata sui principi della salvaguardia della pace; ha posto basi nuove per lottare contro tutte le dittature ed ha chiesto di attuare una difesa europea comune per rendere “la culla della libertà e della modernità una forza sempre più attrattiva per tutti”.
Piergiorgio Sciacqua Vice Presidente Nazionale MCL
Il Presidente MCL invitato come osservatore al Congresso del PPE
“Il progetto europeo ha bisogno di meno sabotatori e più atti d’amore”
Il Presidente del MCL, Carlo Costalli, di ritorno dal Congresso di Helsinki, cui ha partecipato come osservatore, ha elaborato alcune riflessioni di cui qui di seguito riportiamo i passaggi più salienti:
“E’ argomento all’ordine del giorno del dibattito politico italiano ed europeo la frizione creatasi nei rapporti fra Governo italiano e vertici istituzionali europei: una polemica che reputo assolutamente inopportuna e politicamente sbagliata, oltreché ‘rozza’. Dietro non ci sono solo le difficoltà di far quadrare conti che non tornano: ci sono invece questioni ‘pesanti’ che riguardano il progetto stesso di Europa unita, che preoccupano e stanno a dimostrare quanto siamo lontani dal disegno politico europeo pensato dai Padri fondatori. In realtà sono convinto che l’Europa oggi, di fronte alla grave e sfaccettata complessità del momento che stiamo attraversando, abbia bisogno non di sabotatori (che se ne trovano un po’ ovunque, a manciate) ma di un atto d’amore in più. Il PPE uscito dal Congresso di Helsinki, appena terminato, deve essere altro. La strada non è distruggere l’UE né tantomeno il ritorno ai nazionalismi e all’isolamento. La strada è gettare ponti, creare ondate di dialogo. E ovviamente rimodellare l’Europa che vogliamo valorizzando i corpi intermedi, la famiglia, il lavoro. Insomma, nonostante i tanti errori fin qui commessi, il nostro Partito di riferimento rimane il PPE. Perché l’ideale europeo, come cattolici, ci appartiene e non vogliamo rinunciarci: significa pace duratura, stabilità economica, identità culturale e convivenza basata sui valori condivisi. La posta in gioco è molto alta: per questo dobbiamo essere ancora capaci di speranza. Infine: l’elezione a stragrande maggioranza di Manfred Weber a candidato del PPE alla presidenza della Commissione alle prossime elezioni europee, è un segnale positivo per chi vuole un’Europa popolare, che rilanci l’economia sociale di mercato e che abbia sempre ben presenti le sue radici cristiane”.
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