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Stai sfogliando il n.91 Settembre / Novembre
Verso il XIII Congresso Nazionale MCL |
Data di pubblicazione: Martedì, 20 Novembre 2018
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Un Congresso...
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Sembra quasi il ripetersi di una celebrazione, obbligata per legge statutaria, e che invece serve a ridefinirsi nella progettualità, a iniziare un nuovo capitolo della propria storia, e a riprendere con coraggio il cammino con nuovi modi di servizio: nella Chiesa, per noi associazione ecclesiale; e nella società, in quanto cittadini. Sembra quasi il ripetersi di una celebrazione, obbligata per legge statutaria, e che invece serve a ridefinirsi nella progettualità, a iniziare un nuovo capitolo della propria storia, e a riprendere con coraggio il cammino con nuovi modi di servizio: nella Chiesa, per noi associazione ecclesiale; e nella società, in quanto cittadini. Perché allora l’esigenza di un confronto? Intanto per verificare se gli impegni che ci siamo dati sono stati rispettati; per capire se ciò che facciamo è una risposta seria alle attese di chi insieme con noi condivide “l’anima” di questa realtà associativa. Ma c’è qualcosa in più, il bisogno di capire se l’offerta della “partecipazione” alla vita della società e della Chiesa, è risposta alle domande che vengono rivolte alle nostre realtà associative di ogni “ordine e grado”. Il Congresso allora è un confronto progettuale serio, è un bisogno di capire quali impegni attendono l’associazione nel futuro, ed individuare i percorsi da offrire, e le risposte alle pressanti domande che ci vengono poste. Ma perché questo sia fatto in modo serio è necessario il coraggio di interrogarci anche a livello personale, oltre che associativo, per capire se il nostro ruolo, come protagonisti della realtà nella quale viviamo, è libero da condizionamenti restrittivi, ed è aperto nell’ascolto a cercare le risposte per le nuove attese. Un Congresso nazionale, poi, è il culmine del lavoro dei congressi provinciali, i quali elaborano i contributi che arrivano dai dibattiti periferici e svolgono così il lavoro di sintesi con l’attenzione a quello che viene chiesto. Un Congresso nazionale è il culmine delle riflessioni, dei dibattiti, e della maturazione della tematica che viene sollecitata e sintetizzata nello stesso titolo, a stimolo delle riflessioni. Il XIII Congresso del MCL si è dato un programma coraggioso espresso del titolo del Congresso stesso: “Forti della nostra identità”, versetto cardine poi della conseguenzialità sul tema del lavoro: “attraverso il lavoro, costruttori di speranza in Italia e in Europa”. Dobbiamo essere capaci di coniugare la nostra identità con concrete risposte alle sfide di un mondo in continua e veloce evoluzione, ma questo è il DNA della storia del nostro Movimento. Riporto una frase del presidente Costalli: “Il nostro è un Movimento di lavoratori che viene da una tradizione con radici antiche, quando la speranza dei cattolici nella società italiana diventa una scelta in parte indotta dalla Chiesa stessa (i tempi erano maturi) e in parte una necessità perché i cattolici, allora come oggi, rischiavano di essere schiacciati e cancellati dal laicismo imperante! Purtroppo oggi questa è una verità evidente, se ci guardiamo intorno e se ci mettiamo in cerca di qualcuno che si faccia garante di una presenza nella società”. Il richiamo dell’identità è una esigenza allora di riflessione e di programmazione, perché parti di questa identità abbiano ancora spazi per offrire nuove opportunità di impegno come cristiani, come cittadini. Quanto sopra trova stimolo e conforto in questo tempo in cui la Chiesa riconosce la santità di Paolo VI. Un’immagine che dà nuova linfa per il nostro futuro. Non dimentichiamo che fu proprio Paolo VI a dare impulso alla nostra nascita, a spingere quel gruppo di giovani del 1972 a trovare il modo di testimoniare la propria fede nella vita quotidiana e nel mondo privo di riferimenti sociali e per la scelta laicista di qualche altra realtà. In questo Congresso, allora, è forte lo stimolo che ci viene ancora una volta dalla figura e dal Magistero di Paolo VI. Sono cambiati i tempi, ma non i problemi, anzi... stiamo attraversando una fase critica di assenza, di carenze progettuali, di rincorsa verso il niente, accontentandoci a volte di tiepide osservazioni che non incidono certamente sull’esigenza di cambiamento. Il MCL è una realtà associativa di evidente rilevanza, alla cui vita partecipano migliaia di persone che trovano risposte e spazi alle loro esigenze e per la propria vita. Il Congresso, nel suo tempo, deve riuscire a dare la conferma dell’impegno che giorno dopo giorno si vive per accompagnare le povertà quotidiane. Tutto questo allora si coniuga nell’attenzione alle problematiche del lavoro, teatro per ogni uomo per vivere e dimostrare la propria identità. Momenti difficili, a volte bui e a volte drammatici; ma la nostra identità poggia su cardini indistruttibili perché si radica nella fede, costruttori con la vita di speranza: “siate testimoni della speranza che è in voi”, ci direbbe l’apostolo. Il nostro Congresso è allora l’epilogo di una ponderata riflessione, e sarà il tempo per un’accurata progettazione. Serve solo un quotidiano atto di coraggio. Non rendiamo vane le scelte storiche e profetiche di questa realtà. Iniziamo a scrivere il nuovo capitolo di quest’ “opera” sociale che ha offerto nel passato ambiti di “forza sociale” e per dare però al futuro la speranza del “nuovo”: “quel nuovo sociale che si identifica nel comandamento più importante: “l’amore di Dio e l’amore del Prossimo”.
Mons. Francesco Rosso |
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