|
Stai sfogliando il n.89 Maggio / Giugno 2018
A colloquio con Paolo Cesana |
Data di pubblicazione: Domenica, 27 Maggio 2018
|
|
|
Formare e innovare per includere
|
Paolo Cesana, direttore della Fondazione Luigi Clerici, ente di formazione che si ispira ai valori cattolici e che opera nel nord Italia con diciotto sedi territoriali, ha una ricetta molto chiara per rispondere alle esigenze di un mercato del lavoro in continua trasformazione: puntare tutto su una formazione che sia continua e di qualità, innovare per creare inclusione, incrementare il dialogo sociale. Abbiamo approfondito con lui questi aspetti per i lettori di Traguardi Sociali.
Non si può parlare di inclusione sociale senza lavoro: la Fondazione Clerici è da sempre attiva nel campo della formazione professionale, proprio per preparare il passaggio dei giovani al mondo del lavoro. Ma nella stagione dell’industria 4.0, quale destino sarà riservato alla necessità di inclusione dei lavoratori di domani?
“Non si può parlare di inclusione sociale senza lavoro” è un’espressione che si armonizza perfettamente con la missione di Fondazione Luigi Clerici che lega indissolubilmente l’emancipazione sociale della persona a quella lavorativa. Impegno della Fondazione è quello di problematizzare e riflettere sulle nuove sfide che il sistema delle imprese lancia ai nostri giovani. Industria 4.0 non è che uno “slogan” per descrivere la centralità assunta dall’automatizzazione nei sistemi produttivi aziendali. Questa innovazione tecnologica trasforma inevitabilmente il ruolo dei lavoratori all’interno dei sistemi produttivi. Dunque, riflettere sulle evoluzioni dell’industria 4.0 significa riflettere sull’impegno che i sistemi formativi devono assumersi per garantire alla persona un riposizionamento dignitoso, inclusivo e valorizzante, all’interno del nuovo mondo del lavoro. Missione di Fondazione Luigi Clerici è costruire percorsi formativi e lavorativi centrati sulla persona per garantirne l’inclusione sociale e la massima espressione delle sue vocazioni e virtù. Questo significa seguirla e accompagnarla nelle trasformazioni che la società chiede alla loro identità di cittadini e di lavoratori, tenendo conto delle nuove sfide che il sistema delle imprese propone. La nostra Fondazione ha intessuto un fitto dialogo e un reciproco scambio di pratiche con il sistema dell’imprenditoria regionale. Questo rappresenta per noi un luogo dove i ragazzi costruiscono se stessi, sia a livello personale che a livello professionale. Mossa da questa credenza, la Fondazione Luigi Clerici costruisce la propria offerta formativa valorizzando il ruolo della formazione professionale e si impegna per favorire ambienti adatti al benessere dei lavoratori. Oggi anche la formazione iniziale si configura sempre di più come un “sistema ponte” tra la formazione e il lavoro, con logiche diverse da quelle della scuola tradizionale. Il sistema duale, che il nostro Ente ha contribuito ad implementare, rappresenta simbolicamente il cambiamento della formazione che richiede sempre di più una cura educativa in raccordo con il sistema delle imprese. La qualità dei percorsi di istruzione e formazione professionale, così come l’innovazione dei processi educativi tra cui l’internazionalizzazione, rappresentano oggi un modo nuovo di fare Iefp. Dobbiamo immaginare quindi, le politiche del lavoro come uno strumento utile a favorire le transizioni dalla formazione al lavoro, dal lavoro al lavoro e dal lavoro alla formazione. Un circolo virtuoso in cui si inserisce anche la formazione continua come asset centrale del nostro sistema. Scopo della formazione continua è il contrasto all’obsolescenza delle competenze dei lavoratori. “Innovare per includere” potrebbe essere uno “slogan” che ben sintetizza il cuore della nostra azione formativa.
Il dialogo sociale europeo accomuna MCL e Fondazione Clerici: come si può attuare un nuovo dialogo che vinca la povertà e promuova una nuova coesione sociale?
Il rinnovamento del dialogo sociale passa attraverso l’incoraggiamento e lo sviluppo di discussioni, consultazioni, negoziazioni e condivisione di azioni comuni, su piattaforme diversificate e con strumenti innovativi. Crediamo nell’importanza del dialogo nelpromuovere la competitività e l’equità e nell’aumentare la prosperità economica e il benessere sociale di ogni cittadino. Pertanto, Fondazione Luigi Clerici è coinvolta, attivamente e da diversi anni, in progetti nazionali ed europei che si pongono gli stessi obiettivi, come la rete Eza. Dialogare sulle grandi sfide relative alla lotta alla povertà, all’interno di progettualità condivise con organizzazioni europee, è la strada principale per raggiungere importanti obiettivi in direzione della coesione sociale. Crediamo che fermarsi per discutere e promuovere lo scambio di buone prassi, come il sistema dotale in Lombardia ad esempio, permetta una evoluzione nei rapporti tra società e politica. Un’interlocuzione tra mondo del lavoro, realtà educative e istituzioni è essenziale per definire riforme condivise, eque e durature. Per contribuire all’azione delle istituzioni internazionali, il ruolo di Fondazione Luigi Clerici, ancorato alla Dottrina sociale della Chiesa, è anzitutto quello di costruire “ponti” operando per un cambiamento di strategie e metodi, che passano anche attraverso l’utilizzo di strumenti concertativi, collaborativi e partecipativi innovativi, rispondendo sempre più puntualmente alle sfide della società globalizzata.
Oggi si parla sempre più di competenze per un nuovo mondo del lavoro. Ma in tal modo non si corre il rischio di favorire nuove forme di individualismo proprio nel campo del lavoro, che tradizionalmente era un luogo di solidarietà?
Noi crediamo che la solidarietà sia un atteggiamento fondamentale. Se manca questa, vengono meno le basi per una società pacificata. Questo è ancora più vero nel contesto lavorativo il quale, si crede, nobiliti l’uomo. Nel mondo del lavoro è bene impegnarsi per la costruzione di competenze che rendano la persona non solo in grado di rispondere alle sfide del nuovo contesto ma anche di modificarlo. Riteniamo fondamentale lavorare alla costruzione di competenze che valorizzino la persona nel senso pieno del termine, esaltando cioè l’individuo universale per la realizzazione del medesimo ideale di coesione sociale. Bisogna sollecitare le motivazioni che spingono gli individui ad attivarsi per il perseguimento del bene comune. Il rispetto dell’individualità altrui, socialmente riconosciuta, svolge un ruolo decisivo nella costruzione dei legami sociali. Per questo motivo, a fronte di un mercato del lavoro sempre più competitivo ed individualizzato, bisogna impegnarsi per creare delle competenze umane, sistemiche, solidali. Il fenomeno dell’individualismo, incrementato dall’aumento della divisione del lavoro che richiede competenze sempre più specialistiche per entrarvi, incoraggia lo sviluppo di capacità ed attitudini molto specifiche. A queste è utile affiancare competenze trasversali, meno tecniche e più “umane” in un’ottica di integrazione. Questo intento rappresenta un passo fondamentale per non sconfinare in un individualismo amorale dove l’ambizione del singolo prevarica il rispetto dei diritti altrui. Bisogna lavorare sulla consapevolezza di far parte di un disegno più grande, collettivo. Elemento cardine rimane sempre il dialogo, la comunicazione quale sinonimo di socialità, strumento di superamento dell’individualismo, piattaforma di connessione e fluidificazione delle conoscenze, strumento dell’uomo moderno per alimentare l’interconnessione tra soggetti diversi, in nome di comuni valori ed istanze. Questo spirito guida Fondazione Luigi Clerici a dialogare con le imprese, rendendole parti attive di un progetto educativo rivolto ai ragazzi, che veicoli valori costruttivi, con l’obiettivo di costruire una società migliore, anche attraverso il lavoro. |
| |
|
|
|
|
|