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Stai sfogliando il n.88 Marzo / Aprile 2018
Dubbi e incertezze del periodo transitorio |
Data di pubblicazione: Martedì, 6 Marzo 2018
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Verso la piena attuazione della riforma del Terzo Settore
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Sono passati oramai sei mesi dalla pubblicazione sulla G.U. del dl 117/2017. Dal 2 agosto 2017 sono iniziati a decorrere i termini per emanare tutte le disposizioni necessarie per l'entrata in vigore della riforma. Il Governo si è finora preoccupato soprattutto di far partire il Consiglio Nazionale del Terzo Settore, ma sono ancora molti gli atti necessari per la piena attuazione della legge di riforma del Terzo Settore, che difficilmente potranno essere emanati in tempo con un cambio di governo in corso. Ciò porterà inevitabilmente ad un allungamento del periodo transitorio. Ed è proprio sul periodo transitorio che si sono focalizzate le preoccupazioni di molti, dato che gli spazi di incertezza su che cosa sia immediatamente applicabile e cosa no sono notevoli. Il Ministero del Lavoro ha emanato una lettera direttoriale titolata "Codice del Terzo Settore. Questioni di diritto transitorio. Prime indicazioni" con cui si danno alcuni importanti chiarimenti sull'applicazione del Codice T.S. nel periodo transitorio. Lo stesso Ministero, parlando di “prime indicazioni”, conferma con ciò che la materia avrà bisogno di ulteriori interventi chiarificatori. In questo clima di incertezza la domanda che circola nel MCL è: "noi cosa dobbiamo fare?". Premesso che il MCL, peraltro parte attiva nella trattativa con il governo, ha già avviato un’importante attività di formazione, sia a livello centrale che periferico, esaminiamo i principali argomenti, scindendo quelli che sono subito applicabili da quelli che ad oggi non lo sono. Diciamo innanzitutto che il nuovo regime fiscale ad oggi non è in vigore, occorrerà aspettare sia il decreto del Ministero del Lavoro sul regime delle attività sussidiarie ex art 6, sia il parere dell’Unione Europea. Al contrario, sono immediatamente in vigore le norme relative alla redazione dei Bilanci e dei libri obbligatori. Il Ministero ha chiarito che, nonostante non sia ancora a disposizione la modulistica necessaria, ciò "non esonera gli enti da tale adempimento". In sostanza per gli enti con entrate al disotto dei 220.000 euro è prevista la possibilità di redigere il bilancio in forma di rendiconto finanziario per cassa, mentre per tutti gli altri Enti di TS scatta l'obbligo del bilancio di esercizio formato da stato patrimoniale, dal rendiconto finanziario e dalla relazione di missione con cui l'Ente dovrà illustrare le poste di bilancio, l'andamento economico e finanziario dell'ente e le modalità di perseguimento delle finalità statutarie. Dal 2019 scatterà invece l'obbligo per tutti gli enti al disopra dei 100.000 euro di pubblicazione sul proprio sito internet dell'ammontare dei corrispettivi eventualmente attribuiti ai componenti degli organi sociali, ai dirigenti e agli associati. Gli enti che non hanno un proprio sito internet dovranno pubblicare questi dati sul sito della loro rete associativa. Ultimo argomento è l'adeguamento degli statuti alla nuova disciplina che deve essere fatto a prescindere dall'operatività o meno del Registro. I nuovi enti dovranno adeguarsi immediatamente, mentre i “vecchi” avranno diciotto mesi di tempo per tale adeguamento, e quindi dovranno farlo entro il 3 febbraio 2019. Ma vi sono ancora molte questioni aperte. A partire dal funzionamento del nuovo Registro Unico, strumento indispensabile per impedire di "camuffarsi" da terzo settore a tutti coloro che hanno infangato il mondo del sociale. Altro provvedimento fondamentale sarà quello relativo alla fiscalità delle attività secondarie e strumentali. Da questa disciplina ci si aspetta quella chiarezza necessaria alle nostre strutture per poter operare senza "fraintendimenti" fiscali. La piena attuazione della riforma servirà anche per dare operatività alla parte relativa ai rapporti con le P.A., cioè la coprogrammazione e la coprogettazione. Queste nuove possibilità saranno un’occasione preziosa non solo per il Terzo Settore, ma soprattutto per i cittadini ai cui bisogni le P.A. non sono in grado di dare risposte.
Giancarlo Moretti |
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