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Stai sfogliando il n.84 Maggio / Giugno
Il documento del MCL per le elezioni amministrative |
Data di pubblicazione: Mercoledì, 17 Maggio 2017
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Un “manifesto” per ripartire dai territori
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Da tempo in Italia è in corso un confronto, che a volte arriva ad essere un conflitto, tra “chi sostiene che la salvezza sia data dalla classica riduzione della dimensione intermedia dei poteri e chi sostiene il territorio come spazio di un nuovo patto tra società civile e Stato”. Sono trascorsi quasi cinque anni da quando l’intelligente e discusso sociologo Aldo Bonomi, scrivendo queste considerazioni, ben rappresentava un aspetto essenziale della questione politica italiana. Da allora - era l’agosto del 2012 - si è fatto più forte il tentativo di verticalizzazione del potere e di accettare una confusa disintermediazione della società e della politica del nostro Paese sulle quali Giuseppe De Rita ha scritto in modo esemplare. Rispetto alle elezioni amministrative che si terranno a giugno, si rende evidente che, anche questa volta, il tentativo appare quello di incastonarle nel confronto politico e partitico generale, senza cercare di far emergere la qualità culturale, economica e sociale e le importanti identità che invece sono in gioco, insieme alla condizione quotidiana dei cittadini che vivono nei comuni interessati al voto. Il Movimento Cristiano Lavoratori da sempre ha colto l’occasione delle elezioni locali per indicare, in coerenza con l’insegnamento della Dottrina Sociale della Chiesa, il ruolo essenziale delle comunità di territorio e di una politica che ne traesse alimento per la sua capacità rappresentativa e per la crescita della sua classe dirigente. I grandi temi della sussidiarietà, della partecipazione e dei corpi intermedi non appartengono più al linguaggio delle forze politiche se non per qualche episodico richiamo formale, disabituate ormai, anche e non solo per il riduttivo e semplicistico linguaggio televisivo o telematico, all’approfondimento e al richiamo delle vere radici della rappresentanza. La difesa attiva del ruolo degli enti locali, e in particolare dei Comuni e del loro essere “snodo fondamentale tra lo Stato e la società civile” e quindi della loro “autonomia”, comporta l’impegno a sostenere l’economia di territorio che si è sempre dimostrata non solo una caratteristica del modello italiano, ma una vera “ossatura sociale”, cioè fattore di crescita, di coesione e di tutela dei “valori”. Nel tempo della “globalizzazione”, il MCL ritiene che la salvaguardia del modello economico italiano, che ha radici secolari, corrisponda al vero interesse generale e alla capacità di crescita dell’Italia. Il contributo che il MCL offre alle forze politiche, alle liste espressione di reali indirizzi civici e ai singoli candidati amministratori, è anche quello di aiutarli a ritornare ad esprimere una “buona politica”. Ad essi compete una responsabilità particolare che non deve essere disattesa. Non si tratta solo di un’incombenza politica, se pur importante, ma di contribuire a restaurare le forme di una società che una cultura relativista e poteri economici che “uccidono” la persona, vorrebbero “liquida” e priva di riferimenti. La famiglia, le comunità di lavoro, le articolazioni territoriali e amministrative, le rappresentanze politiche e di categoria, i sindacati, le realtà associative e le espressioni culturali fondate sulla storia dei territori, le tradizioni e il folklore locale, insomma tutto ciò che dà alle società locali un senso e un’identità, rappresentano oggi il fondamento e la risorsa per il futuro delle nuove generazioni. Alla partecipazione di queste al confronto elettorale locale di giugno è dedicato il “manifesto” che la Presidenza ha preparato e che diffonderà con le iniziative più vaste e opportune.
Pietro Giubilo |
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