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Stai sfogliando il n.82 Gennaio / Febbraio 2017
Rivista in pdf non allegata
Vita ecclesiale |
Data di pubblicazione: Mercoledì, 8 Febbraio 2017
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Un movimento dinamico
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Il nostro è un “movimento”. Per tale motivo è vietato stare fermi. All’inizio di un nuovo anno è bene ricordarlo per tutti noi. Ciò, in considerazione del fatto che viviamo in una società sempre più dinamica e siamo parte di un Popolo di Dio – la Chiesa – che oggi si vorrebbe sempre più “in uscita”, così come chiede Papa Francesco. Non che sinora siamo rimasti fermi o il MCL in sé è rimasto fermo. Tutt’altro! Basti pensare all’ultimo periodo, con tutte le iniziative prese sul territorio nazionale a motivo della consultazione referendaria sulla Costituzione. Di come anche il nostro Movimento abbia contribuito a quella partecipazione democratica di popolo che ha visto protagonista l’intero popolo italiano. Il problema, semmai, è “come” muoversi per il futuro; o meglio in che direzione andare – “dove andare” – come corpo intermedio della società italiana e come movimento “ecclesiale”, in un tempo così complesso come quello in cui ci troviamo? Per quanto riguarda il “dove andare” – la direzione da seguire – noi non possiamo esimerci dal seguire ancora una volta ad un anno di distanza – 16 Gennaio 2016 – le indicazioni che il Santo Padre ci ha lasciato nell’Udienza che ci ha concesso. In quella solenne occasione ci “suggeriva” di muoversi secondo determinati indirizzi; cioè anzitutto a TRARRE FUORI – ad EDUCARE: “…ad aiutare le giovani generazioni a scoprire la bellezza del lavoro veramente umano”. Poi a muoversi con il motivo anche di CONDIVIDERE: “E’ importante che gli altri non siano solo destinatari di qualche attenzione, ma di veri e propri progetti. Tutti fanno progetti per se stessi, ma progettare per gli altri permette di fare un passo avanti: pone l’intelligenza a servizio dell’amore, rendendo la persona più integra e la vita più felice, perché capace di donare”. Infine, ci chiese di muoversi per TESTIMONIARE: “Vi incoraggio a dare testimonianza a partire dallo stile di vita personale e associativo: testimonianza di gratuità, di solidarietà, di spirito di servizio. Il discepolo di Cristo, quando è trasparente nel cuore e sensibile nella vita, porta la luce del Signore nei posti dove vive e lavora”. Il Movimento, a qualsiasi livello e in ogni dove, non può dimenticare tali indicazioni. Se continueremo a seguire tali indicazioni, evidentemente, ci renderemo protagonisti e costruttori non solo di noi stessi e dei nostri interessi, ma anche di quel “Regno” di giustizia e di pace che Gesù è venuto ad instaurare. Diversamente, anche se non differentemente, è concepire da parte nostra “come muoversi” nella contingenza, sul piano sociale e politico, nel contesto odierno, in una società così complessa e plurale come la nostra, dove s’incontrano problemi di tutti i tipi, diventati oggi macroscopici, nella quale comunque siamo chiamati a vivere e ad operare. Come “uscire”? Come muoversi? Chiaro che è difficilissimo dirlo. Tutto ciò, lo si può notare anche dalle miriadi di risposte socio-politiche che sono sotto i nostri occhi, sia a livello nazionale che internazionale, spesso schizofreniche e deliranti; le quali oltre a mancare di sintesi sono ad appannaggio di una classe politico-dirigente che rivela un tasso di preparazione fra i peggiori della storia repubblicana e contemporanea. Noi cristiani abbiamo comunque il compito di muoverci, in particolare se associati. A mio avviso, allo stato attuale, con una sola certezza che dovrebbe guidare la nostra ragione, sia a livello personale che più ancora a livello sociale: seguire il ritmo del cuore. Il quale contraendosi e rilassandosi ritmicamente dà vita all’intero corpo umano o animale. Così vale per ogni corpo sociale che voglia vivere e viver bene. Ogni società non può vivere – o viver bene – se non con il concorso concomitante e ritmico della fase vitale della sistole e della diastole. Della chiusura e dell’apertura. Escludendo una delle quali la vita non ci sarebbe, oppure non sarebbe degna di essere definita tale, così come noi la conosciamo. Così, per il nostro Paese. Così per la Chiesa. Così per il nostro Movimento o per ogni piccola o grande società. Si deve e si può vivere dignitosamente solo attraverso un ritmo armonico di apertura e di chiusura nei confronti dell’altro, di ciò che sta all’esterno, di ciò che è diverso. Ogni altra “teoria”, o ideologia, o pensiero, o qualsivoglia di simile, che non assecondi in qualche modo quello che è il “ritmo della vita” è destinato non solo a fallire, ma anche a fare danni … e quali danni! Noi, assieme ad ogni uomo di buona volontà, siamo sollecitati dallo Spirito Santo – Spirito della Redenzione e della Vita – ad assecondare ambedue le “cadenze” insite nella storia, in un armonioso ed equilibrato movimento di vita. Da ciò, ben si comprende come oggi vi sia l’urgenza di una nuova e più preparata classe dirigente, a tutti i livelli, non solo politica ma anche intellettuale, non solo cattolica ma appartenente a tutte culture politico-ideologiche; la quale sappia guidare il Paese e tutta la società sulla via della sintesi e di un armonioso sviluppo economico e sociale. A tale scopo il nostro “Movimento” certamente potrebbe e dovrebbe dare pure il suo contributo.
Vostro Don Ernesto Lettieri Assistente Ecclesiastico Nazionale MCL |
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