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  La fragile Italia trema ancora

Data di pubblicazione: Domenica, 2 Ottobre 2016

TRAGUARDI SOCIALI / n.78-79-80 Serie 2016 :: La fragile Italia trema ancora

È la notte fra il 23 e 24 agosto

è la notte fra il 23 e 24 agosto, le ore 3.36 del mattino: una scossa di terremoto di magnitudo 6.0, con epicentro fra le provincie di Rieti, Perugia e Ascoli Piceno, distrugge la valle del Tronto, riducendo in polvere interi Comuni.
Duecentonovantasette vite spezzate – questo il bilancio, speriamo definitivo – macerie, corpi straziati e rovine: le immagini ancora scorrono davanti ai nostri occhi, fin troppo somiglianti a una guerra stavolta non decisa dall’uomo.
Viene da chiedersi, mentre ancora piangiamo i nostri morti, quali siano le cause. Costruzioni non in grado di reggere l’impatto sismico?
Piani regolatori che non tengono conto delle fragilità del territorio? L’avidità dei furbetti del mattone? Sono tante le domande ancora aperte (come ci ha raccontato anche il Sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, nell’intervista in questa pagina). Su tutte va la nostra preghiera per i defunti e gli aiuti concreti per i sopravvissuti.
E un impegno solenne come cattolici: quello di proteggere l’ambiente, di rispettarlo, di agire responsabilmente in ogni ambito decisionale – dalla politica alle attività imprenditoriali – per far sì che eventi come questo, sia pure indipendenti dalla volontà umana, non continuino a creare devastazioni e lacrime.
Troppe ne abbiamo già piante: dal Belice all’Irpinia, dall’Emilia a L’Aquila e, ora, ad Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Pescara del Tronto.
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