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  SPECIALE SENIGALLIA

Data di pubblicazione: Sabato, 8 Ottobre 2016

TRAGUARDI SOCIALI / n.78-79-80 Serie 2016 :: SPECIALE SENIGALLIA

Gli interventi di Carlo Costalli, Mons. Santoro, Francesco Riccardi, Leonardo Becchetti, Michele Tiraboschi

Costalli: “L’economia serva l’uomo e non si serva dell’uomo”

Pubblichiamo alcuni stralci dell’intervento del presidente MCL, Carlo Costalli, al Seminario di Senigallia, che ha messo alcuni punti fermi al dibattito, focalizzandolo sulla dimensione del lavoro e sulla necessità di riaffermare il primato dell’essere umano in ogni ambito.
“Abbiamo discusso per più di un anno su questi temi partendo dal libro “Papa Francesco. Questa economia uccide” (anche qui a Senigallia lo scorso settembre con Stefano Zamagni ed Andrea Tornielli) … un’espressione dirompente usata da Papa Francesco, necessaria perché la situazione determinata dalla globalizzazione e dall’egemonia dell’economia finanziaria, costituisce un unicum nella storia dell’umanità”.
“La negazione del primato dell’essere umano porta con sé il disconoscimento del valore della persona e, di conseguenza, della centralità del lavoro che viene ridotto a semplice ‘variabile dipendente’ delle esigenze del profitto e dei mercati, con tutte le devastazioni e tragedie che ne conseguono”.
“Nella società egemonizzata dall’economia finanziaria assieme al lavoro diminuisce anche la partecipazione sia in senso generale, sia di partecipazione politica sia di partecipazione economica. La ‘dittatura del denaro’ svuota di ogni contenuto tanto la democrazia politica che quella economica”.
“Essenziale e strategico il rilancio della partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa, il rafforzamento dell’impresa cooperativa e solidaristica, il ruolo dei corpi intermedi che qualcuno vorrebbe rottamare”.

Mons. Santoro: “Per il Sud serve una forte strategia strutturale, utile a tutto il Paese”

Pubblichiamo in pillole qualche estratto dell’intervento di Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e del lavoro: “Il lavoro più importante che deve svolgere un Movimento è legato all’educazione e all’insegnamento. E il filo conduttore deve essere quello indicato dal Papa ai vescovi durante il convegno di Firenze, quando ha esortato a riprendere la Evangelii Gaudium, ovvero la gioia del Vangelo.
Ciò che emerge da questa esortazione apostolica è soprattutto l’importanza dell’incontro e la gioia che ne deriva. Non si tratta solo di ritrovare la via del Signore, ma di una vera e propria cultura dell’incontro che possa curare le ferite dell’umanità contemporanea”.
“Per contrastare la crisi del Mezzogiorno è necessario andare oltre i Patti locali, serve una forte strategia strutturale, per superare la logica del dolore e abbracciare quella della speranza, perché non ne ricava profitto soltanto il Sud ma tutto il nostro Paese. Stanziare i fondi una tantum è sicuramente un primo passo, ma quello che manca è una riforma complessiva che offra uno sguardo d’insieme sui problemi sociali”.

Riccardi: “Recuperare il senso autentico del lavoro per il cristiano”

Accurato e puntuale Francesco Riccardi, giornalista di Avvenire, il quale, avvalendosi anche del supporto di slides, ha affrontato il tema delle nuove frontiere del mondo del lavoro, anche in relazione alla globalizzazione ed ai conseguenti rischi di disumanizzazione, per cercare di leggere i mutamenti in una visione cristiana della vita. Ecco in sintesi alcuni passaggi del suo intervento: “Parlare di ‘nuovo umanesimo’ per il lavoro, in un mondo trasformato e dominato dall’incessante progresso tecnologico, rappresenta una sfida eccezionale e imprescindibile al tempo stesso. La digitalizzazione dei processi, l’introduzione di robot e software sempre più sofisticati da un lato, fenomeni come la sharing economy e il crowdworking dall’altro rischiano infatti di ‘disumanizzare’ il lavoro”.
“Il mercato del lavoro e la distribuzione della ricchezza vanno sempre più polarizzandosi tra una minoranza di professionisti e tecnici dai redditi elevati e una maggioranza di persone impiegate in attività a bassissimo reddito e senza tutele”.
“In questo quadro, il ruolo di un Movimento come il MCL deve ancor più caratterizzarsi proprio seguendo le tre parole chiave indicate dal Pontefice nell’udienza di gennaio 2016: ‘educare, condividere, testimoniare’.
In particolare, recuperando il senso autentico del lavoro per il cristiano: non solo un mezzo di sostentamento, ma realizzazione di sé in relazione con gli altri, in una costante tensione al bene comune”.

Becchetti: “Il sistema economico senza i corpi intermedi non può funzionare”

Qualche spigolatura dell’apprezzatissimo intervento del prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e membro del Comitato per le Settimane Sociali dei cattolici italiani: “Dobbiamo sostituire il modello a due mani (Stato-Mercato) con quello a quattro mani (Stato-Mercato-Cittadinanza attiva- imprese socialmente sostenibili), perché il primo produce disuguaglianza”.
“La disuguaglianza economica è il grande problema del nostro secolo e la prima conseguenza che ne deriva sono le migrazioni incontrollate; al contrario, quando si assottiglia la diseguaglianza si assiste a una diminuzione del fenomeno migratorio”.
“Non possiamo limitarci a enunciare i nostri ideali. Noi sappiamo creare beni e servizi, ma la loro distribuzione è devastante. Dobbiamo chiederci per quale motivo la democrazia non ha ridotto le disuguaglianze.
La soluzione è tutta nella società civile, nella centralità dell’uomo, nell’affrontare i problemi uno alla volta, sapendo che sono tutti collegati fra loro”.

Tiraboschi: “Giovani e lavoro: serve un sistema di condivisione per guidare il cambiamento”

Mettere al centro la persona e creare un sistema di condivisione che possa guidare il cambiamento: è quanto in estrema sintesi ha affermato a Senigallia Michele Tiraboschi, professore ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Modena e direttore del Centro Studi sul lavoro Adapt-Marco Biagi.
“I giovani e il lavoro hanno troppe difficoltà a incontrarsi nel nostro Paese e forse la colpa è anche delle riforme non propriamente eccellenti messe in atto in questi anni dai nostri Governi. L’impegno in aiuto dell’occupazione non può tradursi solo in tecnicismi o in meri strumenti legislativi e normativi senza tenere presenti i reali bisogni delle persone”.
“Il cambiamento tecnologico non deve essere soltanto subìto passivamente dalle nuove generazioni, ma deve creare la capacità di leggere le trasformazioni del nostro tempo. Il problema dei nostri giovani è che ormai hanno perso l’entusiasmo, ecco perché Papa Francesco fa bene a ricordare loro che non devono farsi rubare la speranza. E’ necessario però che le riforme occupazionali, non solo da un punto di vista tecnico, tornino a occuparsi delle persone in maniera concreta, ascoltando in primis i problemi che emergono dalle fasce più deboli della popolazione”.
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