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Stai sfogliando il n.78-79-80 Serie 2016
A Senigallia un Movimento in cammino verso giovani e lavoro |
Data di pubblicazione: Domenica, 9 Ottobre 2016
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Lavoro, economia, Sud, giovani. E al centro l’Uomo
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C’è un fil rouge che lega il MCL ad alcuni grandi temi-chiave: un filo rosso che si chiama lavoro, giovani, centralità della persona. E che si rifà con orgoglio al Magistero sociale della Chiesa e, in particolare, alla missione affidata da Papa Francesco al Movimento nell’incontro del 16 gennaio scorso: “educare, condividere, testimoniare”. Temi che saranno al centro anche della prossima Settimana Sociale dei Cattolici italiani, a Cagliari nel 2017. Linee chiare di impegno, sulle quali è stato incentrato il dibattito di inizio settembre a Senigallia – che ha segnato come ogni anno la ripresa delle attività associative dopo la pausa estiva –, dal titolo significativo: “Un Movimento in cammino: trasmettere la speranza, confortare con la presenza, sostenere con l’aiuto concreto”. Lo ha sottolineato a chiare lettere il presidente del MCL, Carlo Costalli: “i nostri punti di riferimento principali devono essere i giovani e il lavoro. Se il lavoro è quanto dovremmo essere capaci di promuovere per il futuro del Paese, seguendo i principi della Dottrina sociale della Chiesa, i giovani sono ancora più importanti, perché rappresentano il nostro domani e vanno accompagnati in maniera concreta verso un maggiore protagonismo”. Una tre giorni di dibattito che ha visto la partecipazione di esperti di primo piano del mondo del lavoro, come pure del panorama ecclesiale, accademico e politico, riuniti, per dirla ancora con Costalli, “per ragionare insieme su come costruire nuovi percorsi produttivi che contemperino le necessità del profitto con il bene primario e irrinunciabile della centralità della persona”. Una tre giorni che è servita anche ad allargare lo sguardo sulle grandi questioni che ancora ostacolano il corretto sviluppo del nostro sistema economico, politico e sociale: dal Mezzogiorno ai corpi intermedi, alla necessità di superare lo scontro generazionale. Un dibattito intenso, nel quale non sono mancati spunti di riflessione, ricette e denunce, che rappresentano un canovaccio di idee da mettere in pratica, un filone di valori che soprattutto il mondo cattolico si sente fortemente impegnato a realizzare: da Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali ed il lavoro, con le sue forti sottolineature “tra le politiche di sviluppo non vedo misure per promuovere realmente la ripresa del Mezzogiorno partendo dall’agricoltura, dal turismo, dal mare, dall’artigianato, che sono le nostre risorse”; alle denunce puntuali del prof. Leonardo Becchetti, ordinario di economia politica all’Università di Roma Tor Vergata “Il sistema economico non può funzionare senza i corpi intermedi, perché rappresentano un importante valore di collegamento con la cittadinanza senza il quale la società è incompleta”; a Mons. Francesco Manenti, Arcivescovo di Senigallia, che ha ricordato come quello della condivisione sia “un tema che dovremmo riscoprire e valorizzare di più, soprattutto in tempi come questi dove prevale la paura dell’altro”; alle considerazioni di Michele Tiraboschi, professore ordinario di Diritto del lavoro all’Università di Modena e direttore del centro studi sul lavoro Adapt-Marco Biagi “Il cambiamento tecnologico non deve essere soltanto subito passivamente dalle nuove generazioni, ma deve creare la capacità di leggere le trasformazioni del nostro tempo”; fino alle notazioni di Piero Ragazzini, segretario confederale Cisl “Stiamo lavorando per uscire da una crisi che è più profonda di quella semplicemente economica: dobbiamo ridare valore al lavoro e all’impresa mettendo in discussione il capitalismo finanziario”... Valutazioni e idee importanti, che sono strettamente correlate alla gravità e all’importanza del momento davanti al quale siamo tutti chiamati a un rinnovato senso di condivisione e di responsabilità, come ha ricordato ancora il presidente del MCL: “La situazione stagnante dell’economia italiana è e rimane il primo problema da affrontare, ma serve quel colpo d’ala che finora è mancato per cercare di riaccendere veramente i motori dell’economia e del mercato del lavoro. E serve, soprattutto, un rinnovato impegno di tutti, un nuovo senso di responsabilità”. |
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