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Stai sfogliando il n.77 Marzo/ Aprile 2016
Amoris Laetitia |
Data di pubblicazione: Mercoledì, 20 Aprile 2016
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La famiglia: un’opportunità
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Nove capitoli, 325 paragrafi e 264 pagine. In data 8 aprile, viene pubblicata l’esortazione apostolica post-sinodale sull’amore nella famiglia, Amoris Laetitia. Francesco, prevedendo ciò che, in effetti, sarebbe accaduto nell’immediatezza della pubblicazione, consiglia sin da subito di evitare “una lettura generale affrettata”, suggerendo un approfondimento paziente di una parte dopo l’altra, o di ricercare magari quello di cui si ha bisogno nelle circostanze concrete. Di fatto Francesco ci affida una sorta di manuale rivolto alle famiglie in primo luogo ma anche agli operatori della pastorale e a tutti i fedeli laici. Di questo consiglio del Papa, bisognerebbe farne tesoro. L’esortazione Amoris Laetitia, è un documento complesso, esteso ha bisogno di essereletto con attenzione sin nelle minime sfumature. E’ un documento che rimette al centro la famiglia, fulcro e motore educativo, luogo dove i figli trovano la loro prima formazione umana e sociale, “è il luogo dove i genitori diventano i primi maestri della fede”. “E’ un compito ‘artigianale’ da persona a persona: Quando tuo figlio un domani ti chiederà […] tu gli risponderai… (Es 13,14). Così le diverse generazioni intoneranno il loro canto al Signore, i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini”. (Sal 148,12). L’invito ai genitori a riappropriarsi del loro fondamentale ruolo educativo, su questo punto il Pontefice dedicherà l’intero settimo capitolo. Ristabilire un nuovo patto generazionale, evitando contrasti e contrapposizioni. A Torino, in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone, Papa Francesco ebbe a dire: nell’attuale situazione di crisi economica, che è grave e complessa, non si può solo aspettare la ripresa, ma è necessario un patto sociale e generazionale per riattivare una solidarietà tra le generazioni, per recuperare la fiducia tra giovani e adulti. “le diverse generazioni intoneranno il loro canto al Signore”. Francesco guarda alla famiglia di oggi in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre. Legge dentro il quotidiano, rappresenta i pericoli di un sempre più accentuato individualismo all’interno del nucleo familiare, invita all’autocritica, al tempo stesso dobbiamo essere umili e realisti, per riconoscere che a volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo. Affronta le sfide che il lavoro sinodale ha messo in evidenza, dall’indebolimento della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna, in favore di altre forme di aggregazione sociale che nulla hanno a che vedere con il concetto di famiglia. E qui la condanna al pensiero unico dell’ideologia del gender è assolutamente ferma e priva di qualsiasi forma di equivoco, come qualche esegeta non autorizzato vorrebbe far intendere. Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà… siamo chiamati a custodire la nostra umanità. E ciò significa anzituttoaccettarla e rispettarla come è stata creata. Così come sulle unioni civili, il Papa al capitolo nove numero 251, fa proprie le conclusioni dei Padri sinodali. “Circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Queste affermazioni così chiare, espresse già all’indomani del Sinodo, non hanno impedito che buona parte dei politici cosiddetti cattolici, si esprimessero a favore del Disegno di legge Cirinnà, che mina profondamente l’istituto familiare, aprendo a derive devastanti dal punto di vista antropologico, e su cui già qualche Tribunale “creativo” sta facendo leva. Amoris Laetitia è un invito a una presa di coscienza, è un accompagnamento amorevole da padre a figlio nel cammino della conversione e della misericordia, è uno sguardo amorevole del Papa sull’umanità smarrita presa dal vortice delle cose da fare, degli obiettivi da raggiungere a tutti i costi, sacrificando così relazioni di amore di condivisione nel bene e nel male, sull’altare del tutto e subito. In quest’anno giubilare della Misericordia il Papa ci invita, anche con questa esortazione a ristabilire una vera Alleanza, ci indica un cammino, si pone come Pastore davanti alle sue pecore. Ma era evidente come una parte dell’esortazione dovesse destare più interesse, perché come dice lo stesso Pontefice, tutti si vedano interpellati dal capitolo ottavo. In questo capitolo, forse il più atteso, il Papa parla delle situazioni cosiddette irregolari, e qui già nell’immediatezza della presentazione si sono sprecati i titoli dei giornali e l’attenzione di tutti i mass media, non esclusa qualche testata cattolica, tutti dediti all’interpretazione delle parole del Papa, alimentando il dibattito tra la visione tradizionalista della Chiesa e la nuova impronta innovatrice. La curiosità o l’attesa di poter intravedere nell’esortazione nuove visioni giuridiche o canoniche ha impedito di guardare e leggere anche questo capitolo nel contesto dell’intero documento, dove le parole chiave sono accompagnamento e discernimento. E’ comprensibile che non ci si dovesse aspettare da questa Esortazione una nuova normativa di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. Nemmeno la lettura, fornita già da alcuni commentatori, da cui discenderebbe un potere discrezionale nella disamina delle situazioni particolari, trova spazio nel documento, laddove, al contrario il Papa afferma che “questo discernimento non potrà mai prescindere dalle esigenze di verità e di carità del Vangelo proposte dalla Chiesa”. Ed aggiunge, “Questi atteggiamenti sono fondamentali per evitare il grave rischio di messaggi sbagliati, come l’idea che qualche sacerdote possa concedere rapidamente ‘eccezioni’, o che esistano persone che possano ottenere privilegi sacramentali in cambio di favori”. Nessuna libera interpretazione, quindi, nessuna novità canonica, ma soltanto il desiderio di intraprendere un cammino di salvezza e non di condanna a priori. “A volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo”, dice il Papa all’inizio del documento. Per Papa Francesco la Chiesa diventa ancora più madre che maestra. Luogo di accoglienza e di perdono, né tribunale, quindi, né istituzione o ente giuridico. L’esortazione per essere compresa, va letta e riletta, meditata e assaporata. Il riferimento alle situazioni concrete e quotidiane è molto evidente. Non è un’enciclica, certo, ma non si può disconoscere che l’Esortazione Amoris Laetitia sia un importante documento del Magistero di Francesco, che forse ci aiuta a capire meglio perché Francesco ha voluto fortemente l’anno giubilare della Misericordia. Queste brevi riflessioni hanno come unico scopo l’invito a leggere l’Esortazione Apostolica e farne punto di riferimento nella nostra azione quotidiana.
Vincenzo Massara |
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