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Stai sfogliando il n.75 Dicembre 2015
MCL, radicati nel territorio e accanto ai giovani |
Data di pubblicazione: Lunedì, 7 Dicembre 2015
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A metà marzo l’Assemblea degli Amministratori locali MCL
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Se c’è una cosa che caratterizza in profondità il Movimento Cristiano Lavoratori è il suo legame con il territorio. Questo legame si declina in tutte le attività svolte dal MCL, dai circoli ai servizi in tutte le loro possibili forme. L’anno che sta per concludersi ha impegnato fortemente il Presidente e la Segreteria nazionale in un percorso che ha toccato varie parti del nostro Paese, dedicato a presentare il nuovo Vademecum che proprio 12 mesi fa veniva pubblicato. Sono stati organizzati incontri a Vicenza, a Bologna, a Roma e a Bari suddividendo il territorio in modo da permettere la partecipazione del maggior numero possibile di dirigenti locali. Dal mio punto di vista si è trattato di un’esperienza altamente formativa, che mi ha permesso di toccare con mano tutto quello che è il Movimento nella sua presenza capillare sul territorio. Certo, le modalità con cui questa presenza si esplica sono diverse a seconda della collocazione geografica delle Unità di Base. Nel Centro Nord la forma più frequente è quella dei Circoli, in parecchi casi dotati anche di locali destinati alla socializzazione e ad aspetti ludici e ricreativi. In altre parti d’Italia la presenza delle Unità di Base è fortemente in simbiosi con lo svolgimento delle attività di Patronato, di CAF e degli altri servizi appartenenti al Movimento. Quello che salta comunque agli occhi è che la nostra è un’Associazione fortemente legata alla gente, che al suo interno può vantare le esperienze più diverse: nei Circoli hanno la loro casa gruppi che fanno teatro, che si occupano dell’assistenza agli anziani, che lavorano con maggiore attenzione verso i più bisognosi, che si occupano di sostegno scolastico ai ragazzi, di accoglienza agli immigrati e naturalmente, data la nostra peculiarità, che svolgono la loro attività con particolare riguardo al lavoro e ai lavoratori. Capitolo a parte merita il CEFA, che è, in tre parole, una delle nostre punte di diamante. Ci sono tanti giovani e questo oggi è il dato meno scontato di tutti. Intendiamo giovani che si impegnano, che hanno voglia di poter esprimere la loro passione in attività che abbiano una ricaduta positiva sulla società. Questo, in particolare, ci chiama a uno sforzo supplementare nell’ambito della formazione. Fermo restando che la nostra azione deve sempre avere ben presente il riferimento della Dottrina Sociale della Chiesa, che è la fonte ispiratrice della nostra attività nel suo complesso. La sfida che riguarda le nuove generazioni è fondamentale non solo per noi al nostro interno, ma soprattutto per essere di stimolo nel mondo che ci circonda. O siamo lievito, usando un termine delle Sacre Scritture, oppure la nostra ragione di essere si indebolisce fortemente. C’è poi un’ulteriore riflessione che, specie negli ultimi tempi, si pone con forza alla nostra attenzione e riguarda l’attacco sistematico che si sta consumando, purtroppo, verso i cosiddetti ‘corpi intermedi’ e verso qualsiasi forma di rappresentanza sociale. Se c’è una cosa che è lontana mille miglia dal nostro modo di pensare è quella che, a tutti i livelli, esalta l’uomo ‘solo’ al comando (l’unico che abbiamo amato aveva la maglia bianco celeste e si chiamava Fausto Coppi). Il modello di società che ci piace è fatto di democrazia diffusa, di partecipazione, di dialogo, parola tanto cara al nostro Pontefice. Data la nostra presenza sul territorio, riteniamo fondamentale che tutto questo parta dal rapporto delle nostre unità di base con le varie forme di Governo, a partire dalle più piccole Amministrazioni Locali. Certo anche qui operiamo in situazioni molto diverse fra loro, ma i concetti espressi appena sopra valgono comunque, insieme alla riaffermazione di modelli che non possono prescindere dalla sussidiarietà, resa ancora più necessaria in un momento come questo, in cui i pesanti tagli allo Stato sociale rendono non più certi alcuni servizi alla persona che per noi sono fondamentali. Va interpretata in questo senso la rinnovata attenzione del nostro Movimento verso gli Enti locali. Sono tanti gli Amministratori Locali che appartengono al MCL, o che comunque possono trovare nel Movimento un riferimento per la loro attività quotidiana. E’ nostro compito primario parlare con loro di valori, della nostra storia, di quello che pensiamo e, per scendere anche nel pratico, creare una rete che possa essere utile per coordinare il più ampiamente possibile le varie iniziative che ognuno può intraprendere. E’ con questo spirito che a marzo riuniremo a Roma alcune centinaia di Amministratori Locali del Movimento. E’ una tappa importante alla quale dedicheremo tutti i nostri sforzi. Non rimane che mettersi al lavoro.
Giovanni Pecchioli |
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