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  La 'riforma perfetta' per una scuola ‘buona e bella’

Data di pubblicazione: Martedì, 2 Giugno 2015

TRAGUARDI SOCIALI / n.72 Giugno / Luglio 2015 :: La 'riforma perfetta' per una scuola ‘buona e bella’

La riforma Giannini - Renzi frutto di una visione autoritaria

In questi giorni nel nostro Paese si è aperto un grande dibattito sulla prospettiva di riforma della scuola.
Ancora una volta il Ministro della Pubblica Istruzione di turno non cede alla tentazione di passare alla storia lasciando il suo nome sulla Riforma della scuola, peccato però che questa volta “la scuola buona... e bella” porterà il nome dell’uomo solo al comando, quello di Renzi.
Questa piccola premessa per sottolineare come, invece di affrontare quest’argomento ‘insieme’ con i docenti, con le famiglie, con gli studenti, la prospettiva di riforma non voglia tener conto delle varie proposte che vengono genericamente bollate come conservatrici e che sono immancabilmente viste come un’azione di disturbo al grande manovratore. La scuola è il futuro dei nostri giovani, il futuro del nostro Paese. Per questo alla scuola dovremmo dedicare tutto il tempo necessario per fare una buona riforma e la materia andrebbe sottratta ai vari giochi della politica e, soprattutto, dai giochini di partito (specie quello democratico) che impazzano in questi giorni post-elettorali.
Renzi ha la bramosia di dimostrare la sua super capacità ed evidentemente vuole passare alla storia come l’uomo che è stato capace di trasformare l’Italia... chissà poi se in meglio.
Molte delle articolazioni di riforma, quasi tutte quelle che interessano i docenti, avrebbero dovuto essere “il naturale oggetto di una regolare contrattazione”, ma a lui (il Premier) non piace parlare con il Sindacato “conservatore ed ostacolo”. Così, intanto, il Contratto aziendale continua ad essere fermo da sette anni per tutto il personale della scuola italiana.
La prospettiva di una “super autonomia” del Preside ‘tuttofare’ non convince, sia nelle modalità sia per quanto riguarda il rispetto verso normative che ancora non si intravedono chiaramente. E resta il fatto che tutti gli insegnanti italiani continueranno ad essere i meno pagati di Europa.
Il nuovo Preside, magari in accordo col Sindaco (sempre più nuovo “podestà” sul territorio) sarà lui “la scuola buona”. Anche l’architrave su cui si è sempre poggiata nel nostro Paese la storia dell’educazione, quello della libertà di insegnamento, andrà ad esaurirsi per crollare sotto il sublime condizionamento che la “conferma in ruolo per merito” verrà inevitabilmente a produrre.
La scuola come centro di dialogo con le famiglie – che le norme dei vecchi governi DC avevano cercato di radicare in un progetto di ampliamento democratico del Paese – sarà sempre meno responsabile e sempre più omologabile al potere. Anche le ipotesi di sostegno per la scuola paritaria non sono sufficienti per lasciare una “vera libertà di scelta” alle famiglie.
Nella ‘scuola buona’ si parla molto di inglese, di nuove tecnologie, di tematiche legate all’educazione affettiva e sessuale, ma non si affronta ciò che l‘articolo 30 della Costituzione stabilisce. Intanto nelle nostre scuole crollano i soffitti, muoiono gli studenti in gita scolastica, mancano i sussidi e sempre più spesso insegnanti e genitori ricorrono a ‘riffe’ per comprare la carta igienica, il toner per le fotocopie e quant’altro manca nel quotidiano. Ma la nuova scuola sarà ‘bella’ e... perfetta: spariranno i supplenti e le aule saranno moderne, tutte dotate di strumenti tecnologici di avanguardia, i docenti saranno tutti poliglotti e sempre a scuola, le nostre vecchie lavagne un ricordo per i nostalgici.
La Renzi-Giannini sarà, anzi, così ‘buona’ che nel futuro nessun ministro oserà più riformarla e probabilmente la storia ci rivelerà che questa riforma è ancora più grande della riforma Gentile, che pure ancor oggi permette ai nostri giovani di apprendere qualche cosa. Musica e storia dell’arte plasmeranno le nostre abilità necessarie per vivere nel “Bel Paese”. Insomma, tutto sarà bello ed anche gli stranieri non saranno più un problema: la loro integrazione passerà per i laboratori e tutto funzionerà al meglio... nella scuola buona e bella.
Ma oggi la scuola è davvero tutta un ‘disastro’?
Il Ministro Giannini sa bene che i laboratori - per quanto le risorse lo permettano - sono strumento curricolare di azione pedagogica già da dopo i “decreti delegati” degli anni ‘70. Sembra, a volte, di dover captare che tutto sarà così bello che... gli studenti non se ne vorranno più andare.
La libertà sembra venir meno, così nella scuola come in molti altri settori della nostra società.
Si allontana, al di là delle apparenze formali, la libertà per la scuola in Italia mentre per le famiglie si allontana la possibilità di una scelta vera.
La famiglia, oggi in grave crisi, viene subliminalmente convinta che il ruolo formativo spetti alla scuola, anzi alla scuola buona di Renzi.
A nostro modo di vedere la famiglia dovrebbe piuttosto essere aiutata a ritrovare il suo pieno ruolo formativo, mentre alla scuola dovrebbe spettare il compito di formare il giovane cittadino in un percorso istruttivo.
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