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Stai sfogliando il n.70 Febbraio / Marzo 2015
Dal 1° maggio al via l’Expo 2015 |
Data di pubblicazione: Venerdì, 27 Febbraio 2015
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Nutrire il pianeta, energia per la vita
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Il prossimo 1° maggio inizierà l’Esposizione universale di Milano sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Nella preparazione di questo grande evento - sostanzialmente caratterizzata dalle polemiche sulla realizzazione degli spazi espositivi, dei padiglioni, del programma - è accaduto qualcosa di imprevisto che ha cambiato la prospettiva con cui guardare la kermesse milanese. Qualche settimana fa, alla presenza dei rappresentanti dei 140 Paesi che parteciperanno a Expo 2015, si è svolto l’incontro tra 500 esperti sul tema “Le idee di Expo 2015” per elaborare la cosiddetta “Carta di Milano”. La “Carta di Milano” sarà il lascito immateriale dell’Esposizione universale ed ha l’ambizione di tratteggiare una sorta di road map sui temi affrontati ad Expo 2015. All’interno di questa manifestazione ha fatto sentire la sua voce, tramite un video messaggio, Papa Francesco. Il Pontefice ha lanciato una sfida a tutti i partecipanti – e tramite loro a tutto il mondo – chiedendo di mettere al centro di ogni riflessione e piano d’azione la persona. Per far questo ha tratteggiato alcune linee guida: essere capaci di andare a fondo delle cause del problema della fame, della povertà, del sottosviluppo; essere testimoni della carità; essere custodi, e non padroni, della terra. Si tratta di uno sguardo che ci aiuta a superare la tentazione di ridurre un evento importante come Expo 2015 ad una grossa fiera e, allo stesso tempo, ci permette di vivere i prossimi mesi con uno slancio capace di rinnovare la nostra presenza nella società. La lotta alla povertà, alla fame, al sottosviluppo, alla “cultura dello scarto”, deve essere liberata dal moralismo e dai “sofismi” con cui solitamente si affrontano questi temi, per riscoprire il valore fondativo della testimonianza. Sono parole che non possono non interrogarci e che non possono essere lasciate cadere. La veridicità della nostra presenza richiede una testimonianza autentica che non ha paura di sporcarsi le mani, che non teme di andare e di vivere nelle periferie esistenziali. Così l’impegno per la campagna “Dal seme a cibo”, organizzata dal MCL assieme al Cefa, non si riduce ad una, pur nobile, raccolta fondi, ma ci permette di vivere i mesi di Expo 2015 e, soprattutto, la nostra vita associativa a partire dalle parole del Pontefice: “scegliere a partire dalle priorità: la dignità della persona; essere uomini e donne testimoni di carità; non aver paura di custodire la terra che è madre di tutti”. Milano attende nei sei mesi dell’Esposizione universale circa venti milioni di persone. La domanda che tutti si pongono è se davvero riusciremo ad avvicinarci ad una cifra simile, se le infrastrutture della città riusciranno a resistere e veicolare un così alto numero di persone (una delle perplessità maggiori), se l’evento porterà lustro e sviluppo economico a Milano e all’Italia. Domande giuste, ma che non toccano il cuore della questione: quale messaggio lanceremo da Expo 2015 ad un mondo che guarda verso di noi per cercare di affrontare problemi gravissimi e urgenti come la fame nel mondo, la povertà o la tutela del creato? La presenza del padiglione della Santa Sede, la presenza – per la prima volta nella centenaria storia delle Esposizioni universali – del Terzo Settore attraverso la Fondazione Triulza – di cui il MCL è membro – fanno ben sperare che l’Expo possa essere una grande occasione per operare concretamente a favore di uno sviluppo che sia pienamente umano. Il MCL ha potuto recentemente riconfrontarsi con la figura del beato Papa Paolo VI durante la Winter School organizzata con l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Brescia. Proprio l’autore della Populorum Progressio ci ha insegnato che “lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo“. Parole che ci raggiungono attraverso Papa Francesco e che danno forma al nostro impegno.
Giovanni Gut |
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